2014. L’uva da tavola annientata dalla peronospora
Anno negativo per la Puglia, negli anni passati leader nel campo dell’uva da tavola, che oltre a subire le catastrofi del maltempo e dell’andamento del mercato, a prezzi stracciati, ha subito anche l’attacco della peronospora.
“Gli attacchi di peronospora – commenta Gianni Cantele presidente di Coldiretti Puglia – hanno compromesso la produzione viticola pugliese, in particolare dell’uva da tavola, per l’anomalo andamento climatico stagionale e il perdurare delle piogge eccessive alternate al caldo in u n’estate in pratica inesistente. Dunque, a fronte di un calo quantitativo del 40% circa, i nostri imprenditori hanno dovuto sostenere costi di produzione impennati del 40%. Nonostante ciò, i prezzi non hanno risentito dei consueti benefici effetti dei minori quantitativi. Solo negli ultimi 20 giorni – conclude Cantele – sono molto migliorate le trattative, con prezzi schizzati anche fino a 2 euro al chilo alla pianta per le apirene, ormai esaurite, e tra gli 80 centesimi e l’euro al chilo per le uve con i semi, come l’Italia”.
La Puglia è il primo produttore in Italia di uva da tavola, con il 74% della produzione nazionale. Grazie all’enorme contributo della regione, l’Italia rappresenta il 16% della produzione globale. Le importazioni di uva da tavola in Italia ammontano a 25.000 tonnellate (circa il 3,2% dei consumi interni): di queste, fette consistenti provengono dall’Europa (49%) e dall’America centro-meridionale (circa il 25%), e in particolare dai suoi due principali Paesi produttori e cioè Cile e Perù. La restante parte proviene da Africa (13,5%) e Asia (4,6%).